CHRIST ME
Il Martirologio Romano al 17 settembre rievoca:
“Sul monte della Verna, in Toscana, la commemorazione dell’Impressione delle sacre Stimmate, che, per meravigliosa grazia di Dio, furono impresse nelle mani, nei piedi e nel costato di san Francesco, Fondatore dell’Ordine dei Minori”.
È molto significativo che oggi 17 settembre celebriamo la festa delle stimmate, quest’anno alla vigilia di una insolita festa del Cristo che nelle nostre campagne di Polignano a Mare e precisamente in Contrada Casello Cavuzzi, viene festeggiata dal 1758 così come si può appurare da un documento ritrovato che riporta tale data.
Insolita perché la famiglia proprietaria del Crocifisso ha ritenuto opportuno, dopo appena due secoli e mezzo, non rilasciare al culto dei fedeli il Crocifisso cui tutti siamo fortemente legati.
Aldilà di ogni opportuno o inopportuno parere personale, lasciamoci guidare dal nome stesso che i nostri avi hanno scelto per questa sacra ricorrenza: “Festa del CRISTO”.
ATTENZIONE!! Non del crocifisso!!
Il crocifisso è l’immagine materiale dello strumento della tortura atroce di Gesù. Ma noi non siamo legati alla croce in quanto feroce patibolo, ma a Chi questa croce l’ha portata, patita e soprattutto distrutta con il potere della risurrezione.
Ognuno è libero di detenere come proprietà privata qualunque oggetto in suo possesso (sfido chiunque a dare in regalo un crocifisso appartenuto ad un proprio amato antenato), ma Cristo non è proprietà privata di alcuno né tantomeno oggetto di scambio.
Al contrario noi siamo nemmeno nostri, ma tutti suoi, apparteniamo a Lui solo.
“Voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo” (1Cor 6,19-20)
E non lasciamoci tantomeno intrappolare nelle logiche del demonio che desidera tanta rabbia e risentimento. Non vivremmo una festa veramente cristiana con la guerra in testa!
Anzi se ben ricordate Gesù, al contrario, sulla croce perdonò i suoi nemici: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno!”
Così anche noi dobbiamo essere consapevoli che la festa del Cristo è la festa dell’amore e non può essere altro.
Che poi, parliamoci chiaro: noi le croci le andiamo “scansando scansando” e se c’è qualcuno che se la vuole tenere al nostro posto, ben venga!!!
Dio ha voluto imprimere le stimmate nel corpo di San Francesco per conformarlo in tutto a Cristo, non al crocifisso che è il segno di quella passione.
La croce che vita ogni giorno mette sulle nostre spalle, se accolta nella fede, ci rende simili a Gesù!
Il dolore ci “cristifica”, non ci crocifigge!
Domenica allora durante la Messa portiamo in processione tutti i crocifissi che conosciamo: madri e padri annegati nella disperazione, bambini ammalati, piccoli che hanno perso il loro papà e la loro mamma, malati terminali, donne e uomini che hanno perso il posto di lavoro, crocifissi inchiodati ad una carrozzella, cristi sospesi tra il cielo e la terra senza nessuno che li consolazione, senza una carezza, una parola, un gesto di tenerezza.
Domani portiamo in processione sulle nostre spalle i volti rigati di sangue delle persone che incrociamo nella nostra vita e delle vite che incrociano la nostra vita.
Tutto passa, proprio tutto.
Tutto si porta il vento della nostra fragilità.
Cristo resta per sempre conficcato nel nostro cuore.
Senza croce si sta pure bene, senza amore no!
Così, solo nella preghiera, potremo pronunciare quell’unico consentito possessivo d’amore: CRIST MI, o meglio per ricordarci di essere più simili a Lui, in inglese CHRIST ME!
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