Compagni
XVII Domenica del Tempo Ordinario B
Evangelo (Gv 6,1-15)
È bene sapere un paio di cose.
1) Nell’ebraico antico pane e guerra sono la stessa radice trilittera: lamed(elle) het(acca aspirata)mem(emme).
Per esempio Betlemme deriva il suo nome da “Bayt Lehem” significa “casa del pane” dall’ebraico, ove “Lehem” è “pane”, ma con le stesse lettere LHM si ha la parola guerra, LAHAM.
Quando il pane non viene diviso con chi non ne ha, diventa sempre motivo di guerra. Una delle guerre più atroci è quella che priva l’altro della sua sussistenza materiale, del suo cibo quotidiano, del suo pane, del suo pasto. Per questo si può chiamare una vera e propria guerra “intestina”, quella che tocca lo stomaco dell’uomo e la sua interiorità. Chi non dà, sottrae gioia e anziché far nascere Gesù nel cuore (BetLehem) porta la guerra in casa (BetLaham). Di fatto le famiglie più serene sono quelle che offrono sorrisi di speranza.
2) Nel Vangelo non si parla mai di moltiplicazioni, ma sempre di condivisioni. Oggi il mondo crede di risolvere tutto con la moltiplicazione: ho un capitale, per il mio bene lo voglio moltiplicare; ho un terreno, per il mio benessere ne voglio un altro; ho un computer, per essere più felice ne voglio uno nuovo; ho una moglie, per essere più soddisfatto ne cerco un’altra. La felicità non viaggia sui binari della moltiplicazione dei depositi, ma su quelli della condivisione dei doni. Io do, perché ho ricevuto. Regalo perché ho avuto. Ecco perché quella domanda sbalorditiva di Gesù: “Filippo vai a comprare pane per tutti e 5000” riceve una risposta sbalordita, una delle nostre:
E come si fa? E quanto costa? E non è possibile!
Filippo si fa i conti in tasca e non trova nulla.
Andrea raccoglie quello che ha: un bambino con 5 poveri pani di orzo e 2 pesci e senza paura di essere deriso li presenta al Signore. Cosa vuoi che siano! Ma non si fa conti. Li mette nelle tasche della potenza del Signore. Lì dentro tutto è possibile. Ma sta a te metterci quel poco che hai.
Oggi condividiamo tutto e tutto è condivisione in tempo reale. I social networks ci permettono di comunicare in tutto il mondo, ogni istante, della nostra vita. Quanto sarebbe bello anziché “postare” fotografie, andare a “postare” il pane a casa di chi non ne ha, andare a “postare” un po’ del nostro tempo a chi ha fame di compagnia. D’altronde compagno significa proprio “colui che mangia un panino-con”.
Coraggio. Abbi il coraggio di donare e ancora di più di donarti perché “C’è più gioia nel dare” (At 20,35)
C’è più gioia nel condividere
C’è più gioia nel donare
C’è più gioia nell’offrire.
E solo il Signore sa di quanto amore è impastato quel panino.
Se siamo solo capaci di dare buoni consigli e di perderci in chiacchiere, saremo buoni solo a fare PANEgirici.
Se siamo conservatori dei beni, se vogliamo riservare tutto per il nostro fabbisogno resteremo rinchiusi nella muffa del nostro passato: saremo solo panIERI.
Se saremo capaci di condividere oggi i nostri beni potremo avere lo sguardo aperto al domani e sognare un futuro migliore pe tutti … se solo la finissimo di pianificare e cominciassimo a PANIFICARE!
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