donAmore.it

La simmetria del discepolato

2 Ottobre 2015

25 Domenica T.O B5162_700

Marco 9,30-37

” Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”. Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. “Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: <Di che cosa stavate discutendo lungo la via?> Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: <Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti>. E preso un bambino, lo  pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: <Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me: chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato>.

Gli Evangelisti non fanno errori, e se ripetono un concetto, vuol dire che il messaggio è di importanza vitale e imperdibile; il concetto ripetuto è un annuncio, l’annuncio della Passione di Gesù, quasi un nucleo di solidità concettuale ben circoscritto e protetto da interferenze che possono sciuparne l’importanza e ridurne la gravità. Marco reduplica il messaggio già dato; la verità che vuol comunicare non ondeggia su oggettivazioni e sinonimie; non si dilunga in contorni che rischiano di far scivolare l’essenziale; si esprime al netto. Ed è proprio la voluta carenza lessicale a far emergere la pesantezza di un futuro di morte: <Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini…>. <Nelle mani degli uomini>..  non nelle mani dei Romani, degli scribi, dei farisei, no, nell mani degli uomini; è un’immagine aperta, estensiva e comprensiva dell’umanità intera, di una molteplicità di esistenze che trascendono il tempo e lo spazio; in questo passivo divino <sta per essere consegnato> ogni essere umano è compreso, a priori.

Il messaggio di Gesù sembra un monologo; non c’è l’interlocutore, attento ascoltatore, pronto a chiedere chiarimenti, ansioso di ridefinire i dettagli di una notizia tanto triste e poco chiara, disposto ad approfondire per risolvere dubbi e incertezze. Manca del tutto la prismaticità di una discussione, di un confronto, di un dialogo; il timore di chiedere spiegazioni è superiore al desiderio di sapere; la curiosità, anche quella sana, lascia il posto al silenzio.

Ma il silenzio non è l’ultima parola.

Ci pensa Gesù a dare voce ai pensieri di ciascuno: <Di che cosa stavate discutendo?> La domanda non ammette scappatoie intellettuali o psicologiche. E’ la spinta giusta per aprirsi e consegnarsi all’altro per essere se stessi.

Ma i Discepoli viaggiano su un’altra lunghezza d’onda, non vivono la simmetria del discepolato: Gesù parla di Passione, di sofferenza del Calvario, della necessità della sua morte, loro discutono di preferenze, di graduatorie, di priorità, di supremazia, di gloria; non parlano due linguaggi differenti, perchè anche nella differenza c’è ricchezza, parlano un linguaggio diametralmente opposto.

A Gesù viene chiesto il sacrificio massimo della sua umanità, ai Discepoli manca la compiutezza dell’anima. Gesù non si perde in parole con un discorso preciso e convincente; senza fretta, si siede, con la pazienza, la sensibilità e la padronanza di un maestro, prende un bambino, vale a dire l’indifeso, il debole, l’ultimo nella scala anagrafica del tempo, lo pone al centro della scena, lo abbraccia e lo erge a modello di vita. In questa immagine plastica c’è la misura del cristianesimo che si gioca su due coordinate: l’ultimità e il servizio alla comunità, L’essere ultimo e l’essere servitore sono le nuove identificazioni del cristiano; è il capitale umano che porta alla santità.

La scena presentata dall’Evangelista si svolge nel calore di una casa, quasi a ricordare che l’appuntamento con la Parola scatta sempre, a cominciare dall’intimità degli affetti ed è l’unico invito a cui bisogna prontamente rispondere: “Eccomi”.

Comments are Disabled

Twitter