omelia Giovedì Santo 2023

6 aprile 2023
Lavanda dei piedi agli operatori ecologici
Durante la sua ultima cena Gesù compie un gesto di estrema semplicità che racchiude un significato teologico non affatto semplice: Dio incarnato nel suo unico Figlio, si china ai piedi dell’umanità sporcata dal peccato, lontanissima da lui, e la serve lavandola con il suo amore e lasciando a tutti l’esempio per eccellenza: amare è servire tutti, anche chi sta già pensando di tradirti.
Questa sera, però, mi piacerebbe rimanere insieme a voi, sulla semplicità estrema dell’atto del lavare, a volte sminuita a discapito del significato più elevato che contiene.
“Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto”. (Gv 13,5)
L’Evangelista Giovanni utilizza qui un verbo dal sapore molto casalingo νίπτω, lavare, pulire, sciacquare da cui deriva la parola italiana “netto” che significa appunto pulito, limpido, preciso, bello al contrario di “lordo”. E da cui per derivazione deriva il “servizio di nettezza urbana”.
Un saluto cordiale agli amici operatori ecologici della nostra Città, che ogni giorno, con non poco sacrificio, chinano la loro schiena per regalarci un ambiente sempre più bello e profumato e hanno accettato l’invito a partecipare a questa solenne celebrazione della Cena del Signore.
Gesù, dunque, lava. Come fanno tutte le mamme: non per dovere o semplice servizio alla famiglia, ma per amore incondizionato che le spinge ad offrirsi, nel silenzio, nei lavori più umili, anzi meglio, “terra terra” per il bene dei propri cari. Purtuttavia, nonostante tanto sforzo, non riescono mai a pulire tutto: lasciano sempre nell’ambiente tracce indelebili della loro presenza. Come è bello rientrare a casa e sentire il profumo della mamma, come è bello indossare una camicia e sentire addosso tutto il suo affetto.
Non è questione di ammorbidente, ma di morbida tenerezza. Sarà per questo che nel nostro dialetto polignanese si dice: “C’ M’ADDUR!!”, che mi odori, come a dire quanto “ti voglio bene, come sei profumato d’amore”.
Certi odori della nostra infanzia, ci accompagnano per sempre.
Se Gesù, allora, ha lavato i piedi per primo, anche noi dobbiamo seguirne l’esempio.
Ma dove? Quando, come?
Proviamo a scoprire 10 aree ecologiche che, sull’esempio del Maestro, ogni giorno, dovremmo lavare.
Papa Francesco scrive nella Laudato si’:
“Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? […] Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi. È un dramma per noi stessi, perché ciò chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra” (Papa Francesco, Laudato si’, n. 160).
La preoccupazione per la salvaguardia della natura è uno dei segni del nostro tempo e la riflessione della Chiesa su questo tema appare in maniera significativa nella dottrina sociale della Chiesa successiva al Concilio Vaticano II. La concezione cattolica dell’ecologia, che si fonda sulla Bibbia, presenta la creazione dell’uomo come un essere intrinsecamente superiore alla natura, che è stata affidata al suo dominio con l’intenzione di promuovere lo sviluppo umano integrale. Però l’uomo esercita il suo dominio in nome di Dio, come custode della creazione divina e pertanto il dominio dell’uomo non è un dominio assoluto. Dio ha affidato il mondo alla persona umana perché lo amministri in maniera responsabile, per garantire una prosperità integrale e sostenibile. Così le scelte e le azioni collegate all’ecologia (vale a dire, l’uso del mondo creato da Dio) sono sottoposte alla legge morale, come del resto tutte le altre scelte umane.
- L’ecologia della nostra casa
“Nella famiglia si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita, come per esempio l’uso corretto delle cose, l’ordine e la pulizia, il rispetto per l’ecosistema locale e la protezione di tutte le creature” (LS 213).
Penso che non ci sia migliore educazione ecologica se non quella che nasce nella propria casa. Quante volte le nostre mamme ci hanno rimproverato di essere disordinati, soprattutto di tenere la nostra casa nel sovrano regno del caos. Quante volte ci hanno chiesto di riordinare o anche di rifare il letto. In passato mettere ordine, era un ordine. Pensate a quanto si faceva nelle accademie militari o durante il servizio militare. Quel famoso “cubo” era un esempio di un ordine costretto, ma che per certi versi educava-costringerci a mettere ordine nella nostra vita. Probabilmente oggi abbiamo troppo dei nostri genitori che non vogliono farci stancare troppo tenendoci sempre più protetti dal lavoro e dagli sforzi lasciandoci in questo stato di principesco! Non lasciandoci fare i servizi provocano in noi un o dei mostri ecologici più gravi: tanto c’è qualcun altro che lo farà, c’è la mamma sempre pronta e dopo qualche anno “tanto ci sarà mia moglie”, “tanto ci sarà il mio marito”. Siamo abituati a tanto tanto tanto, ecco perché non facciamo tanto. Il vero grande errore dell’anti-ecologia è pensare che ci sarà qualcun altro dopo di me che ci penserà al posto mio e non al contrario pensare che io possa lasciare “meno da fare” a qualcuno che verrà dopo di me. Questa è la grande questione ecologica: tenere sempre lo sguardo aperto ad un futuro che potrà migliorare solo se noi saremo in grado di “lasciare questo mondo migliore di come lo abbiamo trovato” come direbbe Baden Powell fondatore degli Scout.
E allora: Prenditi cura della tua stanza e il mondo si prenderà cura di te!
- L’ecologia ambientale
Recentemente Papa Francesco si è molto impegnato a dare una spinta alla coscienza ecologica, sia attraverso l’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, sia in numerosi interventi e nelle udienze.
Riassumendo, la relazione dell’uomo con la natura interessa la Chiesa, come le interessano tutti gli aspetti della vita dell’uomo e la sua relazione con Dio. “La natura è espressione di un disegno di amore e di verità. Essa ci precede e ci è donata da Dio come ambiente di vita. Ci parla del Creatore (cfr Rm 1, 20) e del suo amore per l’umanità. È destinata ad essere «ricapitolata» in Cristo alla fine dei tempi (cfr Ef 1, 9-10; Col 1, 19-20). Anch’essa, quindi, è una «vocazione» (Caritas in veritate, n. 48).
Dio ha creato il Kosmos traendolo dal Kaos. Quest’azione cosmetica primordiale altro non è che un mettere in ordine i pezzi smarriti nel nulla, per ricomporli nell’immagine e somiglianza di Dio.
E poiché anche l’uomo è una sua creatura, ovvero è stato tratto dal nulla, non può non proseguire dell’azione creatrice di Dio sulla Terra. Ogni volta che una donna è un uomo mettono ordine nel creato stanno continuando la creazione di Dio sulla terra.
Pertanto è peccato gravissimo buttare una cicca di sigaretta per terra. È peccato gravissimo buttare a terra carte di caramelle, inquinare il mare, buttare gomme da masticare dappertutto, gettare rifiuti sulla spiaggia dopo aver fatto un bel bagno, “tanto qualcuno dopo di me lo farà”. Questo è il secondo più grave errore dell’ecologia ovvero credere che questo mondo non mi appartenga pensando di esserne un estraneo dominatore a cui tutto è possibile: “tanto le generazioni future se la vedranno loro”! Io sono responsabile di coloro che verranno dopo di me! Il più bel regalo che un papà e una mamma possono fare al proprio figlio è lasciargli in eredità un mondo più bello e ordinato.
Mai mai mai mai inquinare il mondo: è un peccato gravissimo e per questo peccato contro la terra bisogna confessarsi veramente.
- L’igiene orale. (L’ecologia del linguaggio)
È sempre valida la legge che lavarsi i denti almeno almeno tre volte al giorno è fondamentale per l’igiene orale. A volte però non lo facciamo.
A volte ci annoiamo a tenerci anche a noi stessi. Il mondo si divide in due categorie: quelli ipersensibili alla pulizia estrema (si lavano i denti 800 volte al giorno, lavano la casa appena cade il primo pulviscolo sulla superficie, in ogni istante sono ossessionati dalla pulizia) e coloro che al contrario ignorano anche la cura di sé.
Ma quando questa sera vi parlo di igiene orale non voglio parlarvi immediatamente della pulizia dei denti ma vorrei parlarvi della pulizia della bocca.
Oggi è sempre più necessaria un’ecologia del linguaggio. Un’eco-linguistica, se così si può chiamare, che sia in grado di rispettare i canoni fondamentali della comunicazione non violenta. A volte utilizziamo parole feroci per ammazzare uccidere l’altro, dimenticando che la lingua è un’arma letale molto violenta. Quante volte il bullismo e la rabbia, impulsi di ira incondizionati abitano già nelle giovani generazioni. Non possiamo continuare ad educare piccoli mostri della guerra orale!
Cari genitori attenzione! Educhiamo i nostri bambini alle parole gentili. Educhiamoli ad un linguaggio più inclusivo che tenda ad utilizzare parole belle. Educhiamoli ad un linguaggio cosmetico.
Vedo con piacere, devo dire, tante mamme che insegnano alle proprie bambine a truccarsi, insegnando loro le regole primordiali della cosmesi. Molto bello. Insieme all’estetica personale, però, non possiamo ignorare l’estetica della parola.
Se tu ci tieni a truccarti, se tu ci tieni alla bellezza personale non puoi non tenerci ad abbellire anche gli altri con le tue parole. E allora per favore abbelliamoci di parole di vita e rivestiamo gli altri dei trucchi delle parole vere. Anzi il trucco più bello è parlare bene delle altre persone, farle sentire belle, in un mondo che ci considera sempre di più spazzatura.
E non dimentichiamo di lavare la nostra bocca anche dalle parolacce e soprattutto dalla bestemmia che è linguaggio del demonio che offende Dio! Non dobbiamo trasgredire per nulla sulla bestemmia, non dobbiamo mai soprassedere, anzi dobbiamo insegnare i nostri bambini che peccato fortissimo bestemmiare Dio, la Madonna, i Santi, i morti.
- L’igiene intima (la vita interiore)
Penso che sull’igiene intima nessuno possa dire qualcosa in contrario. Quando questa sera parlo di igiene intima vorrei parlare più che altro di della igiene della propria intimità, della propria interiorità. Noi al mattino in genere ci svegliamo ci laviamo ci trucchiamo ci aggiustiamo ci pettiniamo ci profumiamo e poi andiamo lavoro. Abbiamo mai pensato che avremmo anche una psiche da mettere in ordine? Abbiamo mai pensato che avremmo anche uno spirito che ci attende? Non dobbiamo mai sottovalutare il disordine psichico in cui viviamo: a volte diventa la causa di tutti mali relazionali e se ci sentiamo spesso materiale di scarto o spazzatura lo dobbiamo proprio al fatto che ancora non abbiamo messo in ordine noi stessi.
Un po’ come quando diventiamo accumulatori seriali di spazzatura, poi per rimettere in ordine ci vuole una buona dose di coraggio e di buona volontà per fare pulizia. Altrimenti ci abituiamo e stiamo bene così tanto bene con il nostro disordine interiore che non ne sentiamo quasi l’esigenza. Eppure stiamo male. Eppure puzziamo! Prendiamo atto che non possiamo vivere nel disordine più intimo della nostra persona!
Abbiamo a disposizione un grande sacramento quello della confessione. È il sacramento che ci rigenera, che ci mette in ordine e ci fa parlare che ci fa dire tutto quello che non va. E il sacramento che lava le nostre colpe come Cristo ha lavato il nostro peccato nel suo stesso sangue.
È tanto bello al termine di una confessione, sentirsi bene, sentirsi meglio. Sentirsi più in ordine. Sentirsi più rigenerati. Sentirsi “nat’Ettand!” La confessione è il sacramento dell’igiene intima perché non solo ci purifica dall’interno ma ci permette di relazionarci meglio con noi stessi con gli altri e con il mondo intero. Se tu ti senti una spazzatura non hai la forza di avere relazioni esterne, non ti va di uscire, ti va soltanto di rimanere rinchiuso nel sacchetto buio e nero della tua nullità. Perché tu sei uno scarto. Tu sei un residuo. La confessione invece ti ridà il sorriso: è quella gioia di sentirsi creatura veramente bella, pronta a potersi relazionare bene con se stessa e con gli altri, con il sorriso di una pulizia interiore e di una bellezza viva. È bello quando noi descriviamo una persona buona, una persona bella, una persona capace di grande serenità: utilizziamo proprio questo aggettivo poiché è bella quella persona è una persona pulita.
- L’ecologia dei gesti
Mettere in ordine la propria vita significa ordinare anche il caos della gestualità. Sempre più bambini riflettono un mondo più violento che risolve problemi con la violenza. Un cuore ordinato, un cuore cosmetico, un cuore ecologico è un cuore che non utilizza la forza dei mezzi per risolvere le situazioni critiche, ma utilizza la forza del perdono e del dialogo. Una grande azione pedagogica nei confronti dei nostri ragazzi è quella di sviluppare la logica della ecologia la gestualità. Sempre meno bambini oggi utilizzano il gesto della carezza del bacio, il gesto dell’abbraccio! Sempre meno bambini sono abituati ad andare verso il bambino che non è il loro amico, abbracciandolo. Abbiamo tolto dagli occhi dei bambini, lo sguardo sereno dell’abbraccio. La gestualità ecologica ci insegna a rispettare l’ambiente dell’altro, anche se diverso dal proprio. Ogni qualvolta che un bambino abbraccia un altro bambino possiamo continuare a credere che ci sarà un mondo migliore.
- L’ecologia e la cura degli animali
Già nella Genesi troviamo il punto centrale nelle considerazioni della Chiesa sull’ecologia: “l’uomo, creato a immagine di Dio, ha ricevuto il comando […] di governare il mondo nella giustizia e nella santità” (Gaudium et spes, n. 34). Così Dio affidò alla persona umana la cura degli animali, delle piante e di altre entità naturali.
Sempre più famiglie posseggono in casa un animale domestico. Diventa la gioia della casa e di tutta la famiglia. Però sempre più bambini piccoli hanno il desiderio di catturare animali, ucciderli ammazzarli a volte anche torturare piccoli insetti. Noi spesso sottovalutiamo questa ferocia di questi mini cacciatori. Invece ce ne sono tantissimi: quanti hanno gambizzato una lucertola, hanno tagliato la coda, hanno ammazzato un gatto come se nulla fosse! Diventa difficile sopportare l’idea che non si tenga anche al mondo animale. Ci si intenerisce davanti ad un cucciolo di animale, ma attenzione spesso i nostri bambini non hanno pietà nei confronti di una creatura. Educhiamo i nostri bimbi ad aver cura educhiamo soprattutto a non ammazzare gli animali innocenti e indifesi.
- L’ecologia alimentare (non sprecare cibo)
Educazione ecologica non può per nessuna ragione al mondo passare attraverso lo spreco alimentare. Sempre più famiglie sempre più uomini e donne sono capaci di buttare alimenti e sempre più bambini sono abituati a dire “che schifo” del cibo. Dire che schifo di un piatto preparato dalla mamma o da un’altra persona che mi vuole bene significa comunque aver bestemmiato contro l’amore che mi ha preparato. Attenzione educhiamo i nostri ragazzi a dire sempre grazie e a non sprecare mai acqua e mai cibo non sprecare mai energia perché ancora una volta i nostri ragazzi non sono consapevoli che tutto ciò che oggi, sacrificando se stessi, risparmieranno è un investimento per costruire un futuro migliore per gli altri. Ecco perché il salvadanaio ecologico verso il futuro è l’azzeramento dello spreco. Meno cibo, energia noi sprechiamo, più contribuiamo a rendere il mondo migliore e più equilibrato.
- Ecologia e sport
Vivere lo sport significa rispettare l’ambiente. Chi fa sport sa di entrare in un tutt’uno con il mondo esterno. Sa di vivere l’ecosistema non soltanto ambientale ma anche quello della realtà del rispetto delle regole, del fairplay. Essere sportivi ecologicamente significa rispettare l’avversario. Significa evitare sentimenti di rabbia, anche nelle tifoserie, sentimenti di razzismo di violenza negli stadi. Quanto sarebbe bello se i giocatori di oggi insegnassero ai bambini a stringersi la mano a rialzare l’avversario che è caduto a soccorre il ciclista che è rimasto a terra. Oggi lo sport gioca un ruolo di primaria importanza nell’educazione all’ecologia. L’ecologia della pace nasce dallo sport vissuto nelle regole e correttamente portato avanti.
- La NET-tezza (L’ecologia in internet)
Una ecologia dell’ecosistema dei network. Quante volte utilizziamo un network per riempire di rabbia coloro che ci ascoltano, quante volte utilizziamo anche messaggi di violenza o di rincrescimento nei confronti del mondo intero. La netiquette, la legge del corretto uso del linguaggio cibernetico, ci insegna invece l’ecologia delle parole anche Internet!
E come sarebbe bello utilizzare Internet anche come testimonianza di bellezza! Quanti di noi, io lo faccio spesso, ma quanti di noi fanno una fotografia con un operatore ecologico e scrivono grazie per quello che fai per noi. Quanto più spesso e invece continuiamo a sottolineare il degrado la spazzatura l’inefficienza del sistema per non parlare, peccato gravissimo, di quanti uomini donne, a volte anche i bambini, offendono ed insultano online, pubblicamente i nostri operatori ecologici! Disgustoso è poco!
Attenzione, attenzione vietato! Nessuno mai si permetta di offendere chi al nostro servizio fa uno dei lavori più umili sulla faccia della terra e per questo più amato da Dio!
Mai per nessuna ragione violentare e disprezzare la persona di un uomo o di una donna che al mattino presto si spaccano la schiena per renderci il mondo più bello e pulito! Questo non è solo un peccato contro di loro, è un peccato contro Dio! Chiunque lo fa iè nu rummat!
- La pulizia del viso
L’ecologia passa anche attraverso la pulizia di un viso bello che sa liberare dalla tristezza e dall’angoscia i nostri occhi.
Ho imparato ad osservare il viso pulito non solo dalle persone che avevano una pelle chiara bianca è bella e non toccata e macerata dal sole. Ho imparato che il viso bello e il viso sorridente è di chi nonostante tutto continua a lottare per continuare a vivere e sperare, il viso bello il viso pulito il viso di chi mostra all’esterno i propri sentimenti nonostante la propria sofferenza, di chi non ha paura di dirsi di comunicarsi nella gioia e nel dolore. Il viso pulito è il viso di quelle persone che quando le hai di fronte sai che non ti prenderanno mai in giro, il viso pulito è il viso di chi non dice mai le bugie e di chi non ti inganna mai, di chi non ti tradirà mai. Il viso pulito è il viso ecologico di tutte quelle persone che sanno comunicarti senza sprecare mai parole inutili perché anche lo spreco delle parole è una delle forme più grandi dell’anti-ecologia.
E allora grazie cari ragazzi per quello che fate per noi, grazie per il vostro lavoro, grazie per i vostri sacrifici spesso non valorizzati.
San Paolo addirittura diceva: “Anzi, ritengo che tutto sia spazzatura a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore”. (Filippesi 3,8)
Anche noi questa sera, mentre diamo inizio a questo triduo pasquale possiamo dire con San Paolo, solo l’amore di Dio, l’amore ordinato che lasceremo alle future generazioni, solo l’amore ecologico, solo quello conta!
Il resto è indifferente o meglio indifferenziato!
Senza mai dimenticare che il primo netturbino o meglio dovremmo dire NetORBINO della storia, è stato Dio stesso!
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