San Vito il fabbricatore di Amore
Festa di San Vito Martire 14 giugno 2021
Potrebbe sembrare alquanto strano vedere l’immagine del nostro amato Santo Protettore caricato su di una carrucola e assicurato ai tubi grezzi di una impalcatura da cantiere.
In questo giorno, appena approdato dalla processione in mare, e trasportato con i massimi onori che gli spettano sul carro ornato da antiche dorature della festa, lo vedevamo ascendere con in capo la preziosa corona tempestata di gemme, con la lentezza e la leggerezza celestiale, sul magnifico altare che celebra il trionfo della sua gloria.
Ai più potrebbe sembrare una stonatura irriverente che la santità del nostro martire bambinello si aggrappi a 4 ferri arrugginiti del ponteggio della nostra Chiesa e Lui, che ha compiuto imprese titaniche, ora rischi seriamente di contaminarsi con il tetano della nostra pochezza arrugginita.
Eppure, stasera, questo a me sembra l’altare più bello che abbia mai accolto il simulacro di San Vito, perché Lui per noi è una vera e propria impalcatura, è il sostegno che ci permette di elevarci dalla nostra esistenza a volte troppo pesante e terrena per concederci di arrampicarci verso le vette più alte dell’amore.
Persino Gesù ha lavorato nel cantiere del padre Giuseppe, ha provato la stanchezza del lavoro e la delusione del non poter arrivare a fine mese con il minimo indispensabile: chissà a quanto avrà dovuto rinunciare!
E quando nell’orto degli ulivi ha sudato sangue, in realtà conosceva benissimo il sapore salmastro del sudore che corrode la fronte di tutti coloro che lavorano con il sangue negli occhi!
San Vito è la nostra impalcatura che ci permette di lanciare lo sguardo oltre la nostra statura e nello stesso tempo di condividere la disperazione di tanti che, soprattutto in questo periodo tormentato, hanno perso il lavoro, o hanno dovuto cessare a malincuore la propria attività oppure stentano a colmare un debito troppo importante per le proprie tasche.
Elevarsi non significa sentirsi superiori agli altri, guardare dall’alto verso il basso, bensì avere la capacità di “comprendere”, di essere comprensivi, avendo una visione più inclusiva del mondo e meno selettiva.
San Vito ci insegna si che non possiamo vivere solo di lavoro, di guadagno, di danaro, di proprietà che spesso ci separano dolorosamente, ma ci suggerisce con le sue scelte che non è possibile vivere ignorando gli altri, le loro storie, le loro vite, le loro biografie. Viviamo in un mondo sempre meno capace di ascoltare gli altri, di tendere l’orecchio, di appendere storie.
La fretta ci ha resi più inclini ad andare di corsa e meno capaci di andare di salita.
Chi corre cambia sempre posizione va da un punto all’altro; chi sale, invece, insiste sempre sullo stesso punto e va verso l’alto in un movimento veramente ascetico in tutti i sensi: l’anabasi della vita, l’estasi dell’amore.
Questa sera, allora, dobbiamo scegliere se rimanere a terra oppure salire sull’impalcatura di San Vito.
E come faccio a sapere se sto salendo o se sto rimando a terra?
Se stai a terra e ti comporti come uno di basso cabotaggio, te lo dico con “3 A” nel nostro dialetto più significativo.
- Io non posso stare a pensare a te. Ognuno vive la sua vita: io la mia, tu la tua. E io devo badare esclusivamente a prendermi cura delle realtà che mi riguardano, dei beni che mi appartengono, degli affari miei. Per favore non mi importunare. Veditela tu… in dialetto ARRANGT!!!
- Non chiedermi di tornare indietro. Nella vita tu hai fatto scelte sbagliate e mi hai trattato malissimo. Mi dispiace non mi chiedere di perdonarti, di ricominciare. Tu con me hai chiuso. Non c’è più nulla da fare. È finita. Adesso basta. ATTACT!!!
- Non stare sempre a chiedermi aiuto, ho già un sacco di problemi e tu stai diventando assillante. Ti ho aiutato, una, due, tre volte… mo’ basta. Non mi importa più nulla, non posso stare sempre a venirti incontro! Mi sono scocciato e non me ne “frega” più niente di te! Puoi pure morire. ACCIDT!!!
E chissà quante altre “A” ci allontanano ci separano definitivamente dagli altri.
San Vito Martire, nostro potente patrono, insegnaci a risalire dalla melma dell’odio, dell’indifferenza, della ferocia, della rabbia, sui gradini dell’amore.
Insegnaci che la vita è un cantiere e nessuno può realizzarlo pienamente esclusivamente con le proprie forze.
Insegnaci che donare un sorriso, strizzare un occhio, inviare un messaggio, chiamare per telefono una persona lontana, dare un abbraccio, baciare è salire un gradino in più dell’amore.
Che tendere una mano, aiutare chi è in serie difficoltà, sostenere chi non ha più nulla e ha perso tutto, è aggrapparsi alla carrucola che Dio stesso sta tirando con le sue mani, per diventare fabbricatori di amore.
Che chiedere e donare il perdono, tentare di ricucire una relazione, riportare la pace nelle nostre famiglie, ricomporre le comunità è l’ascensore dell’amore.
Che non si può giudicare l’altro dalle sue scelte, dal suo abbigliamento, dalla sua lingua, dai suoi colori, dai suoi errori, dai suoi gusti, perché nessuno può mai permettersi minimamente di giudicare l’altro e perché, in fin dei conti, non tutti siamo “tubi innocenti”, anzi tutti sbagliamo e siamo in difetto, siamo “tubi colpevoli”.
San Vito Martire portaci con te e aiutaci a salire piano piano, lentamente perché un giorno, gradino dopo gradino, adill adill, possiamo, insieme a te, salire al Cielo dell’Amore dove l’ultimo gradino si cambia in Giardino del Paradiso laddove i nostri cari ci aspettano per riagganciare le cravatte dei legami interrotti dalla storia e riallacciare i ponteggi che ci uniscono per sempre. Amen
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